Newcomers

Aberrance

di Baatar Batsukh

Mongolia, 2023, 76′, Horror, VOS

Erkhme e Selenge decidono di cambiare vita trasferendosi dalla città a un piccolo paese di montagna nella fredda periferia mongola. Lo strano comportamento della coppia attira immediatamente l’attenzione del vicino di casa che proverà in tutti i modi a comprendere le logiche interne alla relazione dei due nuovi arrivati. Il debutto di Baatar Batsukh si nutre dell’isolamento fisico e psicologico dei personaggi, prigionieri in una baita di montagna circondata dalla neve, per sviluppare una vicenda dai tratti misteriosi, in cui non mancano colpi di scena e momenti di grande tensione. La padronanza tecnica di angoli e colori (Batsukh nasce come direttore della fotografia) permette all’esordiente regista di donare al cinema mongolo un originale esempio di estetica magnetica dalle sfumature surreali.

Black Mold

di John Pata

USA, 2023, 90′, Horror, VOS

Brooke e Tanner, una coppia di fotografi, mentre esplorano alcune case abbandonate per raccogliere materiale per un loro progetto, scoprono che una di queste è occupata da un senzatetto guardingo e convinto di essere perseguitato da forze esterne pronte a eliminarlo. Il calare della notte porterà i due protagonisti a dover affrontare la verità dietro le parole dell’uomo e le proprie paure nascoste; in particolare, l’incontro con il senzatetto riporta a galla i traumi di Brooke relativi alla scomparsa del padre quando era adolescente. Black Mold imbastisce una classica struttura a tre atti, con una lenta costruzione della tensione nei primi due terzi e un’esplosione finale dove gli appassionati potranno trovare richiami agli horror americani degli anni ’70 -’80 (esplicito l’omaggio a John Landis ad esempio). Un’analisi del rapporto dell’uomo con le fobie e i traumi e la necessità di trovare una risalita personale dall’oscurità prima di sprofondare in essa: John Pata ha raccontato la genesi dell’opera e le esperienze autobiografiche che vi ha inserito, in particolare un periodo di forte depressione tra il 2016 e il 2020 e la sua passione per l’esplorazione di case abbandonate, descrivendo il fascino della ricchezza di storie nascoste al loro interno ma anche la graduale perdita del senso di realtà con l’aggravarsi della sua salute mentale.

Chasing a Shooting Star

di Haitao Guo

Cina, 2024, 99′, Commedia, VOS

Un meteorite squarcia, improvvisamente, il cielo notturno cinese, dirigendosi verso un punto di atterraggio sconosciuto. Dopo aver assistito a questa anomala scena, Mr.Liu, agricoltore, e Lyiang Ying, regista che lo sta aiutando a diventare famoso sui social, si avventurano alla ricerca del misterioso corpo celeste: aiutati da altri personaggi mossi da scopi differenti, cercheranno di rintracciare l’oggetto che potrebbe cambiargli la vita per sempre. Haitao Guo, senza contaminare la sua regia pulita con fronzoli stilistici, ribalta, concettualmente, il genere del “disaster movie”: come si comporterebbero le persone se la caduta di una stella sulla terra fosse un evento portatore di fortuna? 

Divinity

di Eddie Alcazar

USA, 2023, 87′, Fantascienza, VOS

Il brillante scienziato Sterling Pierce (Scott Bakula) ha creato un elisir che promette l’eternità, chiamato Divinity. Il figlio Jaxxon (Stephen Dorff), spinto dal desiderio di potere, vuole prendere il controllo della produzione e, così, del mondo intero. In questo regno desolato in cui l’infertilità è arrivata al 95%, due fratelli (Moises Arias e Jason Genao), con l’aiuto di una donna misteriosa (Karrueche Tran), progettano di rapire Jaxxon, intraprendendo un viaggio che metterà in discussione il significato stesso dell’immortalità. 

Un trip di acidi, più che un’opera cinematografica, Divinity riunisce la mente geniale di Steven Soderbergh (qui in veste produttore) e Eddie Alcazar, game designer, al ritorno dietro la macchina da presa dopo il suo ultimo corto The Vandal (2021). Un film surreale, catturato da una suggestiva fotografia in bianco e nero, che mette in luce tutte le derive distopiche che percepiamo lontane ma che, in realtà, così lontane non sono.    

Fanti

di Andy Nguyen

Vietnam, 2023, 108′, Thriller, VOS

Anche se di produzione vietnamita, Fanti mutua la parola del titolo da un termine del K-Drama coreano. Andy Nguyen dirige il suo film d’esordio in una storia, scritta assieme a Luigi Campi, estremamente metafilmica, raccontando le vicende di una giovane influencer che vuole a tutti i costi diventare attrice, seguendo le orme della madre. La ragazza, in seguito alla decisione, viene minacciata di morte da un follower sconosciuto, si confronta con l’ostilità della troupe e viene soprattutto schiacciata dal confronto con la madre. Al di là di qualche espediente di genere, Fanti è un film pop iperrealistico, che adotta gran parte della sua estetica dai videogame e dai social. Può essere visto come un atipico film coming-of-age sulla pressione molto forte subita dagli adolescenti, in alcuni paesi dell’Estremo Oriente, da parte di amici, parenti e conoscenti, al punto di generare spesso una spirale di tensioni, attese ed angosce che finiscono per schiacciare l’individuo.

Flaming Cloud

di Liu Siyi

Cina, 2023, 107′, Fantasy, VOS

L’esordio della regista Liu Siyi è un mirabile omaggio ai film Disney e al folklore cinese con cui è cresciuta la sua generazione. Realizzata con autentica passione cinefila, questa rivisitazione moderna in live-action del classico paradigma delle fiabe è impreziosito da una componente puramente fantasy. 

Tutto inizia con una scommessa ultraterrena e un ragazzo condannato a far cadere nel sonno chiunque baci. Ostracizzato come uno scherzo della natura dai suoi compaesani e separato dalla sua dolce metà d’infanzia, Sangui intraprende un viaggio fantasmagorico per ritrovarla e curarsi dalla sua maledizione. Affrontando il tema dello stigma sociale e il potere del vero amore, Flaming Cloud presenta un racconto adulto ricco di magia e romanticismo con un gusto dark. 

Ghostlight

di Kelly O’Sullivan e Alex Thompson

USA, 2024, 115′, Drammatico, VOS

Dan, operaio stradale in una piccola città statunitense, è costretto ormai da mesi a convivere con lo shock scaturito dal suicidio del figlio Brian. L’uomo, durante una normale giornata di lavoro, sopraffatto dal peso del trauma, esplode improvvisamente in un attacco di ira contro un automobilista che sta passando a fianco al suo cantiere, mettendo a repentaglio il suo impiego. A questa scena assiste, però, Rita, attrice teatrale e membro di una compagnia che proprio sull’altra sponda della strada sta preparando una rappresentazione di Romeo e Giulietta: il nostro protagonista si ritroverà presto coinvolto nella realizzazione della tragedia che lo indirizzerà, tra realtà e interpretazione, verso una nuova consapevolezza esistenziale. Kelly O’Sullivan e Alex Thompson hanno presentato al Sundance di quest’anno un dramma familiare dalla spiccata sensibilità emotiva, capace di sfruttare gli immortali motivi Shakespeariani per mettere a nudo le sfumature amare di una storia contemporanea e in grado di sottolineare, se fosse ancora necessario, la potenza unificatrice del teatro, attraverso il quale persone diverse trovano un luogo comune in cui fondere le proprie esperienze di vita.

Mom

di Adam O’Brien

USA, 2024, 95′, Horror, VOS

Meredith, una neomamma in difficoltà, viene abbandonata dalla famiglia e dal compagno in seguito ad un terribile evento che la riguarda in prima persona. Sempre più isolata, la donna inizia a essere perseguitata da un’entità sinistra decisa a farle rivivere i suoi momenti più terrificanti, senza mai lasciarle pace. 

Mom è un horror psicologico che logora e angoscia lo spettatore dal primo all’ultimo minuto di visione. Inquietante studio psicologico sulla depressione post-parto, l’ultima opera del regista Adam O’Brien è un vero e proprio pugno nello stomaco, in cui noi spettatori viviamo da vicinissimo i tormenti interiori della protagonista, interpretata con grande intensità dalla star della serie televisiva Schitt’s Creek, Emily Hampshire.